Viaggi

Vacanze in Sardegna (2002)

Sabato 31 agosto 2002

Quest'estate il maltempo non ci mai ha concesso una bella e calda giornata di sole, così io e Michele ci concediamo due settimane di vacanza in Sardegna.
Partiamo sabato mattina presto con la moto: tutti i nostri bagagli si trovano nella borsa magnetica che si aggancia al serbatoio e nel mega zaino che dovrò sorreggere per l'intero viaggio!
Per comunicare tra di noi Michele ha inventato un ingegnoso sistema con dei tubicini e dei fondi dello yogurt.



Purtroppo le soste tra Trento e il porto di Piombino, dove ci imbarcheremo sul traghetto, sono molteplici a causa del peso dello zaino e della sella malcomoda.



Finalmente alle 18:00 arriviamo al porto di Piombino dove ci imbarchiamo sulla "Linea dei Golfi" che ci porterà nella notte fino ad Olbia in Sardegna.
Siamo molto fortunati perché invece che in una doppia senza bagno, allo stesso prezzo veniamo sistemati in una cabina da 4 persone e con il bagno!



Intorno alle 2 di notte arriviamo al porto di Olbia e ripartiamo con la moto verso il nostro campeggio che si trova 200 Km più a sud, a Tortolì, a pochi chilometri dal porto di Arbatax.

Tortolì è il più grande centro dell'Ogliastra, con una storia piena di alti e bassi dovuti alla sua posizione tra il mare e lo stagno, che rivela l'arma vincente della sua economia.
Nel corso dei secoli lo stagno fu causa di molti focolai di malaria, anche se costituì sempre un'importante risorsa per i pescatori locali, produttori della migliore bottarga della costa est.
Anche le invasioni dei pirati turchi crearono notevoli problemi, nonostante la zona fosse ben difesa dalle numerose torri che costellano il litorale.



Giunti al campeggio Sos Flores di Tortolì siamo sistemati in una casa mobile da quattro persone situata vicino alla spiaggia. La moto la possiamo parcheggiare comodamente nel prato di fianco.
La padrona del campeggio ci racconta che ha piovuto molto durante tutto il mese di agosto (cosa molto insolita da quelle parti); così speriamo che il sole riscaldi almeno le tiepide giornate di settembre!

I primi 3 giorni purtroppo non potrò fare il bagno. Così io e Michele decidiamo di girare in moto lungo la costa per visitare le diverse spiagge e i siti archeologici più importanti.

Prima meta: la spiaggia di Coccorocci.

Una trentina di chilometri a sud del campeggio, in località Cardedu, si estende questa spiggia particolare in quanto, al posto della sabbia, troviamo una vasta distesa di sassi rotondi, i "Cocco rocci" appunto!
La spiaggia presenta dune formate da una vasta distesa di ciottoli porfirici levigati dalle onde e di un colore prevalentemente scuro che muta dal rosa al grigio e al verdastro; quasi certamente hanno origine da rocce vulcaniche.

Quella di Coccorocci è la spiaggia di ciottoli più grande della Sardegna.

Nel pomeriggio intorno alle 16:30 ci dirigiamo veso la cittadina di Quirra, sulla cui piccola altura vi sono i ruderi di un castello.

Percorriamo la s.s. 125 in direzione Tertenia e al km 70,700 della frazione di Quirra seguiamo i cartelli segnaletici color marrone che indicano la via per il castello di Quirra e per le Domus De Janas.
Svoltiamo a destra come indicato dai cartelli percorrendo una strada militare asfaltata e, arrivati ad un bivio, imbocchiamo la strada sulla sinistra verso il castello (dall'inizio della strada il percorso è di circa 3,5 km).

Parcheggiata infine la moto, ci inerpichiamo lungo un erto sentiero che ci conduce fino al rudere. Da qui si gode un bellissimo panorama.


Il Castello di Quirra (296 m s.l.m.)

E' stato edificato dai Giudici di Cagliari nella prima metà del 1200 e tolto loro verso il 1296-97 dal Giudice Nino di Gallura. Fu infatti occupato dai Pisani sino al 1324, quando fu conquistato dagli Aragonesi per opera di Almirante Francisco Carroz.
Nel 1334 i genovesi, e specialmente i Doria, l'assaltarono inutilmente.
Nel 1354 fu assediato dalle truppe del Giudice d'Arborea.

Nel 1363 Pietro, re di Aragona, nominò Berengario Carroz conte del Quirra.
Morto il Carroz ed ereditato il castello dai nipoti, questo fu assediato varie volte senza però essere mai espugnato: Mariano IV avanzò dei diritti e vi pose assedio, poi inutilmente ritentato dal figlio Ugone.
Dopo questi anni non si fa più menzione del castello, ma del marchesato di Chirra, conteso ai Carroz da Eleonora d'Arborea.

La figura mitica nella storia del castello è Donna Violante Carroz che la leggenda descrive avida ed assassina e perciò morta precipitando nel dirupo più alto; avrebbe nascosto nelle viscere della montagna un telaio d'oro.
Di questo castello, che era fra i più potenti dell'isola, sono rimasti a tutt'oggi solo i ruderi. Era edificato in cima ad un alto e scosceso colle (296 m s.l.m.) in località "Arcu Genna Scodiasa" e aveva tre lati coi muraglioni a picco sul precipizio ed il quarto, quello d'accesso, ben fortificato con cinta merlate, torre Centrale e due laterali.

Terminata la visita, proseguiamo in moto per visitare la "Domus De Janas S'Oru", situata a pochi chilometri dal castello.

Torniamo infatti al bivio, lasciamo il castello sulla sinistra e questa volta svoltiamo a destra.
Continuiamo sino a raggiungere un altro cartello che indica le domus, quindi svoltiamo a destra in una stradina bianca e, dopo un centinaio di metri, troviamo la necropoli.


Domus De Janas S'Oru

Comunemente chiamata "Domus De Janas", è una sepoltura ipogeica risalente al tardo Neolitico. Si trova a 47 m s.l.m. ed è interamente scavata nella roccia granitica.
Queste Domus De Janas sono attribuibili alla "cultura di Ozieri" (3500 a.C. ca) e hanno una struttura bicellulare.
Le aperture laterali sono dovute ai cedimenti della struttura rocciosa, mentre quella di accesso risulta ben lavorata e rifinita con lo scalpello.

I corpi dei defunti vi venivano depositati dopo il rito dell'inumazione.

Viaggiando sempre nel Comune di Villaputzu, ci dirigiamo ora verso il mare per visitare una delle torri costruite sulla costa, la Torre di Porto Corallo.

Porto Corallo: si trova nella regione del Gerrèi, vicino alla foce del fiume Flumendosa e a pochi chilometri da Muravera e Villaputzu.
Il nome del luogo deriva dalla presenza, durante il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo, di colonie coralline.
Quest'area è ricca di zone archeologiche molto interessanti; in età nuragica fu prima sotto l'amministrazione del Giudicato di Cagliari e poi, dal 1258, sotto la potente famiglia dei Visconti che regnò sino all'arrivo dei pisani. Quest'ultimi conquistarono il castello di Quirra, loro residenza, e l'area circostante.


La torre di Portocorallo (16 m s.l.m.)

E' stata costruita nel 1500 dagli Aragonesi con lo scopo di salvaguardare le foce del Flumendosa e l'insenatura di Portocorallo, unico approdo sicuro esistente in questo tratto di costa in caso di tempesta, che veniva utilizzato per l'imbarco del materiale argentifero proveniente da Monte Narba.
Tra le incursioni subite da questa torre ad opera dei Barbaresci, è ancora vivo il ricordo delle vicende occorse nel 1812, allorché la guarnigione resistette ad un furioso assalto, che venne respinto anche grazie ai rinforzi provenienti da Villaputzu.

Il nostro giro turistico dalla zona è terminato. Torniamo così al nostro villaggio per riposare e prepararci per il relax sulla spiaggia in programma per il giorno dopo.

Io (Jenny) sono già stata in Sardegna, la prima volta a 16 anni con i miei genitori, e così dopo Coccorocci porto Michele a visitare anche le spiaggie di Orrì e di "Is Scoglius Arrubius"; la prima è caratterizzata dalla sabbia finissima e i bassi fondali e si trova a soli 4 chilometri a sud da Tortolì, mentre la seconda presenta rocce rosse e ciottoli.
Siamo fortunati perché il bel tempo ci accompagna, insieme al vento che rende il caldo sopportabile.

Qualche giorno dopo ne approfittiamo per visitare le cale più vicine al nostro campeggio.



Cala Luna

E' situata tra il porto di Olbia e quello di Arbatax.
Un ripido sentiero che scende tra la vegetazione permette di raggiungela in breve tempo dalla strada.

Cala Goloritzè

Ci dirigiamo così a Nord di Arbatax, fino a Capo Monte Santo, lungo la Costa Orientale Sarda, a Sud del Golfo di Orosei.
La caletta è raggiungibile soltanto via mare da Cala Gonone, dalla spiaggia di Santa Maria Navarrese o via terra attraverso un sentiero che parte dall'altipiano di Baunei nei pressi del Golgo.

Io e Michele scegliamo la "passeggiata" in mezzo alla natura.
Il percorso sembra fatto apposta per i motociclisti e per la prima volta guido io per un bel tratto: andare in moto risulta particolarmente facile e divertente, come andare in bicicletta!
Parcheggiamo in un parcheggio custodito, sosta obbligata per tutti quelli che vogliono scendere alla cala.


Il sentiero da percorrere a piedi in principio sale, fino ad arrivare alla cima di una collinetta da cui si scorge il mare: siamo a quota 400 m sull’Altopiano del Golgo.
Ora inizia la discesa che durerà circa 1 ora: passiamo attraverso la valle del rio Goloritzè, intagliata nel calcare del Supramonte di Urzulei, camminando tra lecci enormi in mezzo alla macchia mediterranea.



Percorriamo così quella che era una vecchia mulattiera utilizzata in passato dai carbonai ed ora rimessa in sesto dal comune.
Lungo il cammino troviamo anche due rifugi costruiti dai pastori.



Prima di arrivare al mare possiamo ammirare già dal sentiero "Punta Goloritzé", una imponente guglia che raggiunge i 140 metri d'altezza, una roccia che richiama arrampicatori da ogni parte del mondo.


Nominata "Monumento Nazionale Italiano" nel 1995, quella di Cala Goloritzé è la spiaggia più fotografata dell'Ogliastra.
Chiusa tra le pareti del leggendario golfo di Orosei, muraglie di calcare a picco, la spiaggia è formata da una miriade di sassolini bianchi che rendono il colore dell'acqua di un intenso colore turchino. L'acqua ha una temperatura un po' più fredda delle altre cale a causa della presenza di numerose correnti di acqua ghiacciata provenienti dal vicino fiume.

In questa spiaggia è assolutamente vietato raccogliere i sassolini e portare le imbarcazioni entro 300 metri dalla riva.

Dopo questa gita le nostre vacanze sono ormai quasi terminate.


Prima di lasciare il campeggio di Tortolì ci concediamo una breve visita alle Rocce Rosse di Arbatax, ammassi di graniti porfirici che si trovano presso il porto.



Mancano alcuni giorni all'imbarco e così ci dirigiamo a Capo Orso dove degli amici ci accolgono calorosi e ci ospitano per un paio di giorni.

Michele e Jenny

Aggiornato al 10/10/2009 13:56:57